Per oltre cinquant'anni Raimundo ha tenuto con sé una lettera che non ha mai potuto leggere. Cresciuto analfabeta, piegato dal lavoro nei campi e dal bigottismo della sua comunità, in gioventù ha amato Cícero, andato via senza lasciare di se alcuna traccia. E per Raimundo non è bastato allontanarsi dalla vita nel sertão, non il tentativo di costruirsene una nuova in città, per liberarsi della nostalgia provocata da quella busta di cui ignora il contenuto.
Ora, a settantuno anni, trova il tempo e il coraggio per imparare a leggere; appesantito da ricordi in cui piacere, desiderio, paura e dolore si mescolano vorticosi come un fiume in piena che avanza inarrestabile e poi esonda, inghiottendo tutto.
La parola che resta è un romanzo sul potere emancipatore della parola, sulla capacità della scrittura di dare corpo a decenni di soprusi, e su quella della lettura di svelare la parte più profonda di noi. Ma quella raccontata da Stênio Gardel è anche una storia che parla al tempo - il tempo che cura, che perdona, che guarisce senza mai dimenticare.
La parola che resta
Stênio Gardel
Nato nel 1980 a Limoeiro do Norte, nello stato di Cearà, Brasile. Lavora presso il tribunale elettorale regionale e si dedica alla scrittura dal 2017. Prima della pubblicazione del suo romanzo d'esordio, La parola che resta, scritto a Fortaleza durante i laboratori di narrazione tenuti dall'autrice Socorro Acioli, è comparso in diverse raccolte di racconti fra cui A marca (Editora Moinhos), Santíssima Trindade (Editora Labrador), A memória do nome (Editora Labrador), O trabalho de Madame Mercedes (Editora Chiado).Traduzione di: Ilia Pessoa
Data di pubblicazione: 31 luglio 2023
ISBN: 9791280047038
Pagine: 160 pp.